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عن حُذَيْفَةَ رضي الله عنه:
أَنَّ النَّبِيَّ صَلَّى اللَّهُ عَلَيْهِ وَسَلَّمَ كَانَ يَقُولُ بَيْنَ السَّجْدَتَيْنِ: «رَبِّ اغْفِرْ لِي، رَبِّ اغْفِرْ لِي».

[صحيح] - [رواه أبو داود والنسائي وابن ماجه وأحمد] - [سنن ابن ماجه: 897]
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Si tramanda da Ĥuḏayfah, che Allah Si compiaccia di lui:
“Il Profeta - che Allah conceda in suo favore la preghiera e la salute - diceva tra le due prosternazioni: «Rabb-i-ḡfir lī. Rabb-i-ḡfir lī» (Signore mio, perdonami. Signore mio, perdonami)”.

[Autentico (şaĥīĥ)] - [Riferito da Àbū Dāwūd, An-Nasāʼƴ, Ibn Mājah e Aĥmad]

La spiegazione

Il Profeta - che Allah conceda in suo favore la preghiera e la salute - soleva dire durante la seduta tra le due prosternazioni: «Rabb-i-ḡfir lī. Rabb-i-ḡfir lī» (Signore mio, perdonami. Signore mio, perdonami), ripetendolo.
«Signore mio, perdonami» è una richiesta da parte del servo al suo Signore di espiare le sue colpe e di celare i suoi difetti.

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Alcune nozioni utili tratte dal Ĥadīṯ

  1. La legiferazione di questa supplica tra le due prosternazioni nelle preghiere, sia obbligatorie sia volontarie.
  2. È commendevole ripetere l'espressione: «Signore mio, perdonami», ed è obbligatorio pronunciarla almeno una volta.
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